Perchè il lupo cattivo deve morire

“Carolina, forza, adesso è proprio ora di dormire, è tardissimo!”

“Mamma, no, io ho paura!”

“Ma di cosa hai paura? Non vedi che non c’è nessuno?”

“Io ho paura, non voglio dormire!”

Tante volte ho ascoltato racconti di questo tipo da mamme disperate! Non riuscivano a convincere i propri figli che la loro paura non aveva un fondamento razionale.

Ed è proprio questo, trovo, l’errore di fondo nell’approccio delle paure dei bambini piccoli: pensare di convincerli con dei ragionamenti.

A un bambino non serve rendersi conto che con la luce accesa non si vede nessuno, perché il buio porta con sé la possibilità della presenza di mostri inimmaginabili nascosti tra le ombre!

A un bambino non serve sentirsi dire che le finestre sono ben chiuse, perché i mostri hanno poteri eccezionali! A un bambino non serve sapere che i mostri non esistono, perché loro sono molto furbi e si fanno vedere solo quando i grandi non ci sono!

Come aiutare allora i nostri piccoli bambini a non soccombere di fronte a queste paure che sembrano autoalimentarsi, diventando sempre più angoscianti?

Trovo che l’aiuto che possa dare l’adulto debba partire da un rispetto, da una accettazione di base: non cerco di convincerti che non ha senso avere paura, ma ti do gli strumenti per affrontarla e sconfiggerla.

Secondo quest’ottica credo che siano un aiuto prezioso le storie classiche in cui il cattivo è ben identificato come cattivo e, al termine di un’avventura impegnativa, è definitivamente sconfitto.

Un esempio fra tanti può essere "Il lupo e i sette capretti” dei fratelli Grimm. Il lupo, dimostrandosi molto furbo, riesce a mangiare tutti i capretti tranne uno, che racconta alla mamma che cosa è successo. La mamma (l’adulto) taglia la pancia del lupo e salva i fratellini, ma sono loro stessi a cercare e mettere nella pancia al loro posto le pietre che faranno affondare il lupo senza possibilità di salvezza.

Una bambina di circa cinque anni, Elena, a cui ho raccontato la storia terminandola con la morte del lupo mi ha detto indispettita: “La storia non è finita.” 

“Perché, che cosa manca?” ho chiesto io. “E vissero per sempre felici e contenti!” 

Ecco, aveva bisogno di sentirsi dire che i capretti, con l’aiuto della mamma, avevano sconfitto per sempre il lupo cattivo che non si è mai più ripresentato.

Di questo hanno bisogno i bambini: il cattivo è cattivo e si merita di essere sconfitto per sempre, così da non minacciarli più.

Se il lupo diventa buono, come purtroppo capita in molti racconti moderni, rimane sempre un ultimo dubbio esplicitato nel famoso detto popolare: il lupo perde il pelo ma non il vizio!

Nella mia lunga carriera di madre, maestra e consulente pedagogica ho assistito a moltissime scene di uccisione di lupi immaginari, che per i bambini erano realissimi: c’è stato chi li ha buttati fuori dalla finestra, chi li ha schiacciati sotto i piedi, chi li ha affogati nel water, chi li ha chiusi in sacchi emetici triturati dal camion della spazzatura....

Questa battaglia, che li ha visti vittoriosi, ha portato loro un sollievo immediato e ai genitori la possibilità di condividere un passaggio importante di crescita.

Mi piace concludere con questa considerazione di Bruno Bettheleim, psicoanalista che all’analisi delle fiabe ha dedicato un bellissimo libro: “Il mondo incantato”

Se la nostra paura di essere divorati assume la forma tangibile di una strega, è possibile sbarazzarsene bruciandola nel forno!”

 

Maria Petitti di Roreto

 

 

 

 

 

 

 

Ed è proprio questo, trovo, l’errore di fondo

nell’approccio delle paure dei bambini piccoli:

pensare di convincerli con dei ragionamenti.